Questa tappa del Tour del Monte Bianco, decisamente breve (2h. 50m.) per chi ha dormito al Rifugio Bonatti, permette di riposarsi dopo il “debutto” del giorno precedente e in vista della tappa dell’indomani, che porterà a valicare il Col du Grand Ferret. In alternativa, se non si hanno a disposizione i 12 o più giorni previsti, si può unire alla tappa precedente o a quella successiva, rendendole però forse eccessivamente lunghe, soprattutto se si è iniziato il TMB da Courmayeur e quindi non si ancora così allenati come lo si sarà da lì a pochi giorni. Se si decide invece di percorrere la tappa così come è pensata, oltre ad avere la possibilità di riposarsi e di godere appieno dell’esperienza, rimane anche il tempo, nel caso in cui ci si accorga di aver dimenticato di portare con sè qualcosa di fondamentale, di tornare a Courmayeur per gli ultimi acquisti. Il paesaggio rimane sostanzialmente quello della prima tappa, e permette di abbracciare con un solo sguardo sia la Val Veny che la Val Ferret, nonché la maestosa vetta del Monte Bianco.
Lasciato il Rifugio Bonatti con destinazione il Rifugio Elena, si risale in pochi minuti fino alle baite dell’Alpe Malatrà, dove si prende a sinistra il sentiero che attraversa il vallone. Si superano tre torrenti, il secondo dei quali offre la visione di una bella serie di cascatelle, e si prosegue sulla sinistra scendendo verso i casolari in rovina dell’Alpe Gioè (2007mt). Si passa in mezzo alle rovine e, quando il sentiero si biforca, si prosegue sempre diritto risalendo verso il crinale. Una volta che lo si è raggiunto, a circa venti minuti dal rifugio, il sentiero inizia a scendere, e permette di cominciare ad osservare la grande parete morenica dal ghiacciaio di Pré de Bar che si trova quasi alla fine della valle.
Il fianco della montagna è qui ricco di rododendri, mirtilli e larici, e la vista offre bei paesaggi mentre il sentiero, con moderati saliscendi, conduce verso l’inizio della Val Ferret, attraversando lungo il percorso diversi piccoli ruscelli. In poco più di un’ora si raggiunge la baita ristruttura dell’Alpe Arnouva (2003mt), all’incrocio del sentiero per il vallone di Belle Combe, dove, piegando a sinistra in direzione di Courmayeur, si inizia la ripida discesa a svolte verso il fondo della valle, che si raggiungerà nei pressi dello Chalet Val Ferret (1784mt, 1h 50m) a poco meno di due ore dalla partenza dal rifugio. Nelle vicinanze si trova il capolinea del pullman che in circa 45 minuti conduce a Courmayeur: gli orari di partenza sono segnati sulla palina e i biglietti si possono acquistare a bordo. Si possono anche raggiungere le sponde della Dora superando un piccolo ponticello; riparati dal bosco di larici è possibile trovare alcune piccole piazzole dove, pur consapevoli di non essere nella legalità, è fattibile montare la propria tenda. Il campeggio libero è infatti permesso solo al di sopra dei 2.500 metri di altitudine, ma una presenza discreta, limitata alle sole ore notturne e a un ristrettissimo numero di persone, può facilmente passare inosservata.
Dallo Chalet Val Ferret si segue la strada asfaltata per circa 100 metri, si svolta a destra per attraversare un torrente e si prosegue fino ad un posteggio. Da qui si può scegliere se prendere il sentiero che sulla destra sale lungo il fianco della montagna o proseguire lungo la più noiosa strada non asfaltata (i tempi di percorrenza sono pressoché uguali). Il sentiero, sempre in salita, raggiunge un gruppo di baite in rovina e supera un torrente su un nuovo ponticello, prima di affrontare l’ultima ripida salita verso il Rifugio Elena (2062mt, 1h / 2h 50m). Costruito addossato al fianco della montagna perché fosse protetto dalle valanghe (il precedente edificio negli anni ’50 è andato distrutto proprio in questa maniera), il Rifugio Elena offre una magnifica vista, appena al di là della valle, del ghiacciaio Pré de Bar, che scende dal Mont Dolent, e della parete est delle Grandes Jorasses.